
Il gioco e vietato ai minori e puo causare dipendenza patologica - Consulta le probabilità di vincita www.adm.gov.it
Le occasioni di investimenti al giorno d’oggi sono numerose: dalla transizione energetica alle materie prime, passando per l’intelligenza artificiale, la robotica e le infrastrutture, si può contare su una vasta liberà di scelta. Non si può negare, tuttavia, che la selezione dei titoli attualmente è meno semplice di quanto non lo fosse in passato. Di conseguenza, la strada da percorrere è quella che prevede di combinare vari strumenti, come Etc, Etf e fondi. Al tempo stesso, si fa sempre più importante il bisogno di porre al centro del portafoglio le materie prime. Il nichel, il rame, il platino e l’alluminio sono materie prime che diventeranno sempre più scarse, anche per effetto della situazione ucraina.
La situazione geopolitica che si è venuta a creare dalla fine di febbraio ha indebolito i mercati finanziari, i quali erano già stati messi a dura prova dai timori correlati alla crescente inflazione e al costante incremento dei tassi di interesse. Ecco perché sembra proprio giunto il momento di fare in modo che le materie prime diventino protagoniste del portafoglio e tornino oggetto di dibattito. La Russia è uno dei più importanti fornitori di diversi commodities: il gas naturale e il petrolio, per esempio. Non solo: Mosca esporta in tutto il mondo il rame, il palladio e l’alluminio, come pure il grano, il nichel e il platino. I mesi più recenti hanno messo in evidenza come i disordini e soprattutto le sanzioni economiche applicate abbiano messo a repentaglio la disponibilità di tali materie prime.
La situazione ucraina, a dir la verità, ha dato il colpo di grazia a un contesto che già di per sé appariva molto critico. Inoltre, le materie prime hanno sempre costituito un argomento delicato in materia di asset allocation. A livello storico, le performance delle materie prime sono ottime in situazioni che sono contraddistinte da una crescita economica modesta, o comunque in calo, e da tassi elevati di inflazione. Il contesto sociale, politico ed economico in cui ci troviamo in questo momento vede le banche centrali in una posizione a dir poco strana, visto che esse sono obbligate ad attuare politiche monetarie più severe, a fronte di prospettive di crescita in calo.
In una prospettiva di medio o lungo periodo, le commodities sono destinate a diventare protagoniste della transizione in direzione di un’economia che punterà su zero emissioni nette ed elettricità, il che comporta una notevole pressione inflazionistica di lungo termine. Il pericolo è che l’offerta rimanga bassa, a fronte di un lasso di tempo più lungo nel corso del quale le energie alternative cominceranno a venire usate ad ampio raggio. In virtù di questa situazione, i costi dell’energia tradizionale continueranno a essere elevati. Non si può escludere, poi, la probabilità di un aumento della richiesta dei metalli industriali e dei metalli preziosi, di cui c’è bisogno per realizzare le infrastrutture destinate alle energie rinnovabili, oltre che per le batterie. In un’economia a zero emissioni nette, questi metalli sono indispensabili; in caso contrario, non si può procedere con l’elettrificazione.
Un altro aspetto da tenere a mente riguarda il fatto che le materie prime si sono rivelate in grado di rivestire una funzione di primo piano dal punto di vista della diversificazione in un contesto caratterizzato da un incremento della correlazione fra il trend delle obbligazioni e delle azioni. Per esempio, da dicembre a marzo si è assistito a un aumento pari più o meno al 22% del Bloomberg Commodity, a fronte di un calo di 3 punti percentuali e mezzo del Global Aggregate Bond, mentre i mercati azionari hanno patito perdite a cifra doppia.
Per ognuna di queste motivazioni, dunque, è necessario puntare con decisione sulle commodities, in quanto si tratta di asset class che possono contribuire ad attenuare l’inflazione facendo in modo che questa si possa tradurre in un vantaggio. Sono tante le ragioni per le quali l’attenzione sulle materie prime è aumentata, e una di queste è senza dubbio la guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina. Le commodities, oggi come oggi, non possono non far parte di una asset location diversificata.
Come fare per proteggere il portafoglio dall’inflazione? La domanda è pertinente, alla luce della crescita dei costi dell’energia e, soprattutto, delle strozzature che hanno caratterizzato la catena di approvvigionamento, per effetto delle quali è lecito immaginare che gli indici dei prezzi al consumo continueranno a crescere. L’inflazione sta riguardando varie tipologie di asset, che però ne sono colpite in maniera diversa. In linea di massima, si può affermare che essa rappresenta un pericolo più serio per un portafoglio con tante obbligazioni in confronto a un portafoglio con tante azioni. Coloro che detengono i bond finiscono per andare incontro a conseguenze negative, dal momento che la crescita dei prezzi diminuisce il valore dei titoli e il potere d’acquisto.
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