
Il gioco e vietato ai minori e puo causare dipendenza patologica - Consulta le probabilità di vincita www.adm.gov.it
Un report di Deloitte messo a punto con la collaborazione di Paypal su duemila dirigenti in America ha messo in evidenza che l’impiego delle monete virtuali come strumento di pagamento potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo.
Ci sarebbero benefici rilevanti, quindi, nell’abilitare i pagamenti in criptovalute.
La maggior parte dei venditori al dettaglio, secondo il rapporto di Deloitte, è convinto degli aspetti positivi di questa soluzione: lo pensa l’87% dei rivenditori.
Più o meno la stessa percentuale, poi, crede che nel comparto della vendita al dettaglio entro i prossimi cinque anni verranno accettati i pagamenti in monete virtuali.
Infine, l’83% ritiene che i pagamenti in criptomoneta entro i prossimi dieci anni saranno resi legali.
Tale convinzione è il frutto del notevole grado di interesse riscosso da quasi tutti i clienti nei confronti di questa forma di pagamento, in base al 64% degli intervistati.
Più di 4 su 5 sono portati a pensare che nei 12 mesi a venire sia destinata a crescere l’attenzione dei clienti nei confronti delle risorse digitali.
Secondo quel che si può leggere nella relazione, i pagamenti in criptomoneta potrebbero, per il cliente medio, non rappresentare ancora un evento quotidiano.
Tuttavia è notevole l’interesse complessivo nei confronti delle soluzioni native digitali, in modo particolare fra le giovani generazioni.
Si tratta di un aspetto che deve essere preso in considerazione dai rivenditori: chi non è in grado di soddisfare le necessità dei clienti da questo punto di vista potrebbe perdere profitti e rimanere indietro.
L’ipotesi che le monete digitali permettano un immediato accesso ai fondi motiva circa 2 intervistati su 5.
I rivenditori, inoltre, possono trarre beneficio dalla DeFi, vale a dire la finanza decentralizzata, e dalle altre innovazioni che si fondano sulla blockchain.
Inoltre, essi possono essere agevolati rispetto alla gestione interna del ciclo che comprende le entrate, la tesoreria e la finanza.
Più della metà dei rivenditori, tra coloro che fatturano oltre mezzo miliardo di dollari, sostiene di avere effettuato investimenti per oltre 1 milione di dollari allo scopo di rendere possibili i pagamenti in criptomoneta.
Tra coloro che fatturano non più di 10 milioni di dollari, invece, solo il 6% ha affermato di avere effettuato un investimento di questa entità.
Il capo della ricerca Zaccaria Aron, che è anche partner Deloitte Consulting LLP, ha messo in evidenza come tale sondaggio consenta di capire che l’accettazione delle valute digitali, che dipende dalla domanda dei consumatori e dalla loro stessa accettazione, viene ritenuta dai commercianti come il punto di partenza per orientare il business.
Pertanto, chi si dimostra in difficoltà o poco rapido in questo ambito può restare indietro con conseguenze gravi.
Da parte dei clienti, giunge una richiesta di soluzioni caratterizzate da un più elevato livello di innovazione e al tempo stesso da una maggiore flessibilità.
Dal momento che tale richiesta si deve ormai considerare per scontata, è quasi un obbligo per i commercianti individuare gli strumenti che consentano di mettere a disposizione i pagamenti digitali con modalità più efficaci, affinché nel flusso transazionale possa essere generato valore per ciascuno degli attori in gioco.
Questa è una delle ragioni per le quali nel corso del prossimo anno la spesa per gli investimenti in moneta virtuale è destinata a crescere.
3 intervistati su 5, infatti, dichiarano di attendersi un budget superiore al mezzo milione di euro per rendere possibili nel giro dei prossimi dodici mesi i pagamenti in criptovaluta.
In primis la libertà di pagamento, dal momento che questo tipo di soluzione permetterebbe di ricevere e di inviare in maniera immediata qualunque importo in denaro, dappertutto e in qualunque istante.
In più, si potrebbe beneficiare di costi particolarmente bassi: infatti i pagamenti in bitcoin vengono processati con addebiti minimi o addirittura senza costi.
In fase di esecuzione di una transazione, gli utenti possono accettare delle commissioni da pagare, per esempio per beneficiare di una maggiore velocità di elaborazione, e quindi di una più veloce conferma.
Ci sono, poi, dei programmi commerciali messi a punto per rendere più semplice il compito dei commercianti in relazione all’elaborazione delle transazioni, attraverso la conversione in moneta dei bitcoin.
Questi servizi sono erogati a prezzi decisamente più convenienti rispetto a quelli messi a disposizione con le carte di credito o con PayPal.
C’è da evidenziare, ancora, che gli utenti di bitcoin hanno la possibilità di monitorare le proprie transazioni, il che vuol dire che non si può intervenire su di loro di nascosto.
È possibile eseguire pagamenti in bitcoin senza che la transazione richieda la diffusione di informazioni personali: il che è importante per la protezione dai furti di identità.
Volendo, si può proteggere il denaro anche criptando i dati o facendo riferimento alle procedure di backup.
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